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CICLISMO E RIPETUTE: A COSA SERVONO?
Sempre più spesso preparatori sportivi inseriscono nel programma dei propri atleti sessioni di allenamento basate sulle ripetute. Le ripetute consistono nell’eseguire sforzi di breve durata ad elevata intensità (fino anche a valori maggiori della VO2max – 90-95% della FC max) alternati a pause di recupero parziali o complete in base all’intensità raggiunta.
Da un punto di vista fisiologico, tale metodo induce nell’atleta importanti modificazioni sull’apparato cardiorespiratorio, che portano al miglioramento di molti parametri relativi alla prestazione sportiva.
Il tutto si traduce in un significativo aumento della FORZA, della VELOCITÀ e della RESISTENZA ALLA FATICA dell’atleta.
Può portare, quindi, ad importanti adattamenti con conseguente miglioramento di alcuni parametri inerenti alla performance
- Massimo consumo di ossigeno, VO2max (massima capacità del corpo di captare, estrarre, trasportare e utilizzare l’ossigeno)
- Potenza aerobica (massima quantità di energia prodotta dal sistema energetico aerobico nell’unità di tempo)
- Capacità aerobica (quantità totale di energia che è in grado di fornire il sistema energetico aerobico)
- Resistenza aerobica (capacità di eseguire un lavoro per un periodo di tempo prolungato e di sopportare l’affaticamento indotto dal sistema aerobico)
- Capacità anaerobica (quantità totale di energia che in grado di fornire il sistema anaerobico)
- Potenza lattacida (la capacità di eseguire un esercizio fisico ad elevata intensità con una considerevole produzione di acido lattico)
- Resistenza lattacida (la capacità di eseguire attività della durata media di 30-90 secondi – la capacità di resistere ad accumuli via via maggiori di lattato nei muscoli)
- Resistenza alattacida (la capacità di ripetere attività ad intensità massima di breve durata, inferiore a 12 secondi, e di sopportare la fatica indotta da tali attività.)
Per raggiungere gli adattamenti desiderati, tale metodo può essere finemente manipolato nelle variabili di allenamento delle ripetute stesse.
INTENSITÀ (massimali/submassimali)
DURATA (lunghi o brevi)
NUMERO DI CICLI EFFETTUATI
Altro importante parametro che non deve assolutamente essere trascurato è la tipologia e la durata del tempo di recupero. In questa importantissima fase, l’organismo cerca di ripristinare le riserve energetiche.
RIPRISTINO DELLE SCORTE DI FOSFOCREATINA: composto energetico in grado di fornire immediata energia
RIPRISTINO DELLE SCORTE DI GLICOGENO (conversione del glucosio 6-P a glicogeno)
SMALTIMENTO DEL LATTATO (conversione lattato a glucosio)
Il recupero deve essere proporzionale all’intensità dello sforzo raggiunto. Può essere infine pianificato un recupero attivo continuando l’esercizio fisico a bassa intensità.
Secondo molti studi scientifici può essere pianificato un recupero attivo (continuando l’esercizio fisico a blanda intensità) se l’intensità raggiunta nello sforzo era inferiore alla VO2max. Viene pianificato un recupero passivo (da fermo) se l’intensità dello sforzo invece è superiore alla VO2max.
Per ottenere il meglio da questa potente metodologia di allenamento, i nostri esperti consigliano un’integrazione di creatina (Kreapool). Questa molecola è molto utile per aumentare le riserve energetiche dei nostri muscoli, per ottimizzare la fase di recupero e per dare la giusta carica di energia, utile a sostenere la fase di elevata intensità di sforzo.
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