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DIFFERENZA TRA LE FIBRE ROSSE E BIANCHE NEL CICLISMO
Nel ciclismo esistono diverse tipologie di corridore, ognuna caratterizzata da proprie specificità e peculiarità. Le principali sono: VELOCISTA, SCALATORE e PASSISTA (scalatore/veloce). |
Prima di parlare di queste diverse categorie e di capire a quale apparteniamo, andiamo a vedere come è composto il “motore del ciclista”, ovvero la sua struttura muscolare scheletrica. Il muscolo scheletrico così come lo vediamo è in realtà costituito da un alto numero di fibre muscolari (miociti) unite insieme da una guanina di tessuto connettivo. All’interno di ciascuna di queste fibre ci sono innumerevoli (da centinaia a migliaia) miofibrille (filamenti di proteine: actina e miosina) che costituiscono l’elemento contrattile del muscolo scheletrico. L’accorciamento delle miofibrille dovuto allo scorrimento delle due principali proteine che le compongono (actina e miosina) determina la contrazione del muscolo stesso. L’energia meccanica che garantisce lo scorrimento, e quindi la contrazione muscolare, è data dall’energia chimica che si genera dalle reazioni metaboliche che si svolgono all’interno della fibra stessa. La natura delle reazioni metaboliche deriva dal corredo enzimatico presente all’interno di ciascuna fibra. Può essere di natura prevalentemente aerobica, se l’energia (ATP) deriva principalmente dal metabolismo aerobico (ossidazione di carboidrati e lipidi), o di natura anaerobica, se l’energia deriva invece dal metabolismo energetico anaerobico alattacido e glicolitico.
A seconda del loro corredo enzimatico, della velocità di attivazione e di resistenza alla fatica, tutte le fibre vengono suddivise in due categorie principali dalle caratteristiche ben specifiche:
- FIBRE MUSCOLARI A CONTRAZIONE LENTA (tipo I)
- FIBRE MUSCOLARI A CONTRAZIONE VELOCE (tipo IIb)
Andiamo nel dettaglio
Le fibre muscolari a contrazione lenta di tipo I, dette anche fibre ST (Slow Twitch) o fibre rosse, a causa del loro elevato quantitativo di mioglobina e mitocondri, richiedono tempi di attivazione più lenti (110 ms) e vengono reclutate in azioni muscolari di scarsa entità ma di lunga durata. Al loro interno trattengono molto glicogeno ed hanno una lenta velocità di affaticamento. Sono tipicamente ossidative e prediligono condizioni di aerobiosi.
Le fibre muscolari a contrazione veloce di tipo IIb (Fast Twitch, FT), dette anche bianche (scarso contenuto di mioglobina e mitocondri) intervengono quando si tratta di attuare azioni muscolari rapide ed intense. Hanno tempi di attivazione molto veloci (50 ms), ma una scarsa capacità di resistenza alla fatica (alta velocità di affaticamento). La velocità di contrazione e la forza sviluppata è però fino a tre volte superiore rispetto a quelle di tipo I. Prediligono condizioni di anaerobiosi (metabolismo alattacido/glicolitico)
Oltre a queste due tipologie di fibre ne esiste anche un’altra dalle caratteristiche intermedie (di tipo IIa). Tali fibre hanno una velocità di contrazione leggermente inferiore rispetto quelle di tipo IIb, ma sono dotate di maggior resistenza. Prediligono un metabolismo ossidativo-glicolitico.
Per le loro caratteristiche intermedie, le fibre di tipo IIa, attraverso specifici allenamenti (stimoli allenanti differenti) protratti e ripetuti nel tempo, possono essere indotte alla transizione verso una delle due altre tipologie di fibre. Questo effetto è spesso ricercato dagli atleti quando vogliono specializzarsi in un particolare aspetto del loro esercizio fisico. La transizione può avvenire in direzione ossidativa, aumentando la durata e riducendo l’intensità dello sforzo fisico o in direzione glicolitica-anaerobica, aumentando l’intensità e riducendo la durata.
Nel ciclismo così, come in tutti gli sport di endurance, la maggior parte dei corridori di élite hanno una tipologia di fibra prevalentemente lenta (dati scientifici dimostrano fino a circa il 70% della struttura muscolare). Tuttavia, a seconda della loro particolare attitudine a reclutare una tipologia di fibra rispetto all’altra, i corridori sviluppano, attraverso l’allenamento, caratteristiche che li classificano nelle varie tipologie di ciclista:
- VELOCISTA: predomina la potenza alattacida/lattacida, quindi in grado di erogare alta forza massimale a discapito della potenza aerobica. Possiede una forte abilità nello sprint.
- SCALATORE: predomina la potenza aerobica a discapito della forza massimale. Alta capacità di resistenza e forte spunto in salita.
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PASSISTA: presenta buoni livelli di potenza e capacità lattacida associati a elevata potenza aerobica
- PASSISTA SCALATORE: alta capacità di resistenza. Predilige percorsi dagli alti chilometraggi e con salite lunghe
- PASSISTA VELOCE: predilige percorsi tortuosi o gare contro il tempo ed è in grado di sostenere strappi in salita e alti chilometraggi.
Sia a livello professionistico che amatoriale ci sono diversi test che permettono di valutare le qualità morfologiche, neuromuscolari e metaboliche degli atleti, dando quindi la possibilità di definirne i punti di forza e di determinarne nel tempo la specializzazione e il grado di allenamento. Tra questi ricordiamo:
- TEST POTENZA E FREQUENZA DI PEDALATA (CADENZA): test utile per ricavare la massima potenza erogabile dal ciclista e la frequenza di pedalata corrispondente
- TEST WINGATE: test per valutare la funzionalità del metabolismo anaerobico lattacido dell’atleta (capacità anaerobica lattacida)
- TEST INCREMENTALE: test che permette di individuare la soglia anaerobica
- CRITICAL POWER: test che permette di determinare la più alta potenza sostenibile senza affaticamento
Sebbene tutti questi test possano essere svolti in autovalutazione (purchè si abbia a disposizione un rilevatore di velocità, un cardiofrequenzimetro e un sensore di potenza), consigliamo sempre di affidarsi all’occhio esperto di un preparatore o di un centro specializzato per avere un riscontro preciso e puntuale.
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