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DIGIUNO INTERMITTENTE – ESERCIZIO FISICO
Dopo aver parlato di come inserire nel proprio stile di vita alcuni periodi di digiuno volontario e dei potenziali benefici che se ne traggono sulla perdita di massa grassa (dimagrimento) e sulla salute in generale, in questo articolo vogliamo darvi alcune indicazioni di una sua applicazione su persone che praticano regolarmente esercizio fisico sia a livello amatoriale che agonistico e sui possibili effetti sulla loro prestazione atletica. |
La maggior parte degli studi presenti in letteratura scientifica che esaminano la scelta del digiuno e gli effetti sulle prestazioni sportive riguardano atleti che osservano il Ramadan, pratica religiosa che, ricordiamo, oltre alla totale astinenza dal cibo nelle ore del giorno, prevede anche il divieto di introdurre qualsiasi tipologia di liquidi. Quest’ultimo aspetto è spesso causa di forti cali di rendimento in allenamento e in competizione. Anche se l’aspetto nutrizionale nell’ottimizzazione delle prestazioni atletiche è di notevole importanza, molte delle conseguenze negative osservate sulla performance dell’atleta sono attribuibili al ridotto stato di idratazione piuttosto che al calo di energie dovuto alla non introduzione di cibo. Sono ancora pochi gli studi scientifici che invece esaminano atleti che svolgono la loro attività sportiva con protocolli di digiuno intermittente ADF (ALTERNATIVE DAY FASTING, a giorni alterni, 1:1), WDF (WHOLE DAY FASTING, digiuno completo 1 o 2 volte la settimana, 5:2) o il più utilizzato anche tra gli sportivi TRF (TIME RESTRICTED FEEDING, alternanza di fasi di digiuno e alimentazione nella stessa giornata, 16:8), in cui è al contrario (caldamente consigliato) concesso il consumo di acqua e bevande non zuccherate quali tè, caffè e tisane. Questi pochi studi dimostrano che alcuni parametri, spesso considerati come indice di buone capacità atletiche e di stato di forma, vengano invece migliorati. Tra questi di particolare rilevanza gli effetti positivi sia sulla capacità aerobica e quindi sul valore di VO2max, sia sulla capacità anaerobica, forza e resistenza muscolare. Risultati probabilmente attribuibili alla riduzione di massa grassa ed a una migliorata capacità di gestione delle scorte energetiche del proprio corpo, nonché ad una maggiore capacità di resistenza allo stress. Il digiuno comporta una migliore ottimizzazione delle scorte energetiche dato da una migliore resa del metabolismo glucidico e lipidico. Nello specifico, determina infatti un riassetto ormonale in grado di stimolare il metabolismo lipidico e quindi in grado di attingere energie dalle nostre scorte di grasso più refrattarie: una volta utilizzati tutti gli zuccheri presenti nel nostro corpo, l’organismo comincia ad utilizzare, a scopo energetico (ossidare), le scorte di grasso.
Nonostante i risultati sembrano incoraggianti sono richiesti ulteriori studi per definire con certezza i benefici di una sua regolare e prolungata pratica nel tempo, pertanto, nel caso vogliate inserire nel vostro programma periodi di digiuno volontario, vi consigliamo sempre di parlarne con un esperto: questi saprà darvi i giusti consigli e accorgimenti sulla base delle vostre esigenze e caratteristiche.
Come considerazione personale, pensando alle estreme gare di endurance quali le ultra maratone e le ultra cycling dove spesso l’atleta in solitaria deve percorrere lunghe tappe e in cui frequentemente non è disponibile cibo per rifornimento, la pratica del digiuno intermittente può essere loro utile. Permette infatti, a tali atleti, di abituarsi a resistere sia fisicamente che mentalmente al lungo periodo di impossibilità di approvvigionamento di cibo durante il percorso, ottimizzando e sfruttando al meglio ogni possibile scorta energetica.
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