L'ADATTAMENTO MUSCOLARE NEL CICLISMO

2 feb 2022

In un recente nostro post abbiamo visto come gli allenamenti svolti in questo primo periodo di inizio di preparazione da un punto di vista fisiologico, hanno lo scopo di determinare nel ciclista un fondamentale riadattamento muscolare. Questo si traduce in un netto miglioramento della capillarizzazione periferica, un sensibile aumento della massa magra e un maggiore efficienza energetica (migliore capacità ossidativa). Adattamenti che nel complesso determinano lo stato di “forma fisica” dell’atleta. Quest’ultima negli sport di resistenza risulta essere il prodotto combinato di quelli che sono considerati parametri prestazionali

Nello specifico:

  • Resistenza aerobica (capacità di eseguire un lavoro per un periodo di tempo prolungato e di sopportare l’affaticamento indotto dal sistema aerobico)
    • Valore di V02max (massimo consumo di ossigeno): indica la massima capacità del corpo di CAPTARE, ESTRARRE, TRASPORTARE e UTILIZZARE l’ossigeno. Rappresenta la capacità di un individuo di produrre ed utilizzare energia, generata dal sistema ossidativo aerobico.
    • Soglia Anaerobica (SAN): Punto in cui la richiesta d’energia per l’esercizio fisico non può più essere soddisfatta (o quasi) esclusivamente dall’energia aerobica ed in cui, perciò, è giocoforza che l’organismo metta a disposizione dell’energia anaerobica, il che determina un aumento della concentrazione di lattato nel sangue. La soglia anaerobica è quindi il valore massimo dell’intervallo di velocità alla quale vi è costanza di valori di lattato nel sangue per alcune decine di minuti. Convenzionalmente, corrisponde a una concentrazione di lattato nel sangue di 4 mmol/l (velocità che un atleta ben allenato può tenere per un tempo che va da alcune decine di minuti fino all’ora)
    • Soglia Aerobica (SAE): Parametro che indica la soglia minima di un intervallo di intensità caratterizzato dall’intervento non limitante del metabolismo anaerobico lattacido; durante l’esercizio svolto in soglia aerobica, nel sangue si rilevano concentrazioni di lattato pari a circa 2mmol/l
  • Forza muscolare (capacità motoria che permette di vincere una resistenza. Nello specifico della pedalata, la resistenza generata dalla pedivella per azionare i rapporti e sviluppare velocità)
  • Capacità di sviluppare velocità (capacità di muovere con efficienza il corpo in modo da produrre una performance ottimale – maggiore economicità di movimento ovvero minore quantità di ossigeno consumato per una data durata o distanza)
  • Resistenza muscolare (abilità di un muscolo o di un gruppo muscolare di protrarre nel tempo contrazioni ripetute, vincendo la resistenza che vi si contrappone – resistenza alla fatica)
  • Resistenza anaerobica
    • Lattacida (la capacità di eseguire attività della durata media di 30-90 secondi – la capacità di resistere ad accumuli via via maggiori di lattato nei muscoli)
    • Alattacida (la capacità di ripetere attività ad intensità massima di breve durata, inferiore a 12 secondi, e di sopportare la fatica indotta da tali attività)

Uno stato di forma fisica adeguato può essere facilmente ottenuto pianificando al meglio i nostri allenamenti in termini di quantità (volume), qualità (intensità), frequenza, densità e metodi di recupero, ovvero attraverso la determinazione di un ottimale carico di lavoro, funzionale ai nostri obiettivi. Consigliamo inizialmente un approccio moderato e con un progressivo e costante aumento del carico allenante. Al progredire delle nostre performance atletiche dopo alcune sedute di allenamento ad intensità costante un nostro consiglio è quello di inserire sessioni di lavoro che prevedano l’alternanza di fasi a diversa intensità (alta e bassa) durante la seduta stessa. A tal proposito il classico metodo “Fartlek” o protocolli basati sul sistema dell’interval training con frequenti cambi di ritmi possono per esempio essere un valido approccio. Nella programmazione dell’allenamento non devono poi mancare giorni di recupero completo o attivo. Riguardo quest’ultimo aspetto Il corretto bilanciamento tra stimolo allenante e riposo permette di massimizzare il processo fisiologico della SUPERCOMPENSAZIONE, fenomeno fondamentale per poter progredire nelle performance atletiche. La supercompensazione è infatti un processo di reazioni fisiologiche all’allenamento o ad un periodo allenante, che ha come risultato finale il raggiungimento di un potenziale fisico, in termini di forza e rendimento, superiore rispetto a quello che si aveva prima dell’allenamento o del periodo allenante. In altre parole è la capacità del corpo di assorbire il carico di allenamento permettendoci di spingere ancora di più il nostro allenamento.

In questa fase della preparazione della stagione sportiva risulta quindi molto importante dare costanza ai propri allenamenti e tenere lontano fenomeni di eccessivo affaticamento muscolare. Queste permetterà all’atleta di adattarsi più facilmente al progressivo aumento del carico di lavoro e di affrontare nella migliore condizione fisica possibile le impegnative sessioni di allenamento della seconda parte della fase pre-agonistica (PERIODO DI POTENZIAMENTO) caratterizzata da un lavoro di specializzazione ad alta intensità.


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