TRIATHLON

22 mar 2021

Il triathlon è definito come uno sport multidisciplinare di resistenza. La competizione consiste di tre diverse prove che l’atleta deve affrontare senza soluzione di continuità: una prova di nuoto, una di ciclismo e una di corsa. Pur essendo uno sport relativamente giovane, nasce infatti nel 1977 nelle spiagge dell’Hawaii, ha avuto nel tempo una forte crescita di popolarità, tanto da essere inserito nei giochi olimpici di Sidney 2000. Ha da subito affasciato moltissimi atleti professionisti e amatoriali appartenenti alle singole discipline alla ricerca di nuove sfide e emozioni che solo uno sport estremo e di resistenza come il triathlon può dare.

Si disputano ormai in tutto il mondo gare di triathlon con distanze adattate a tutti i livelli di preparazione: si va dalle corte e accessibili distanze (spesso usate a scopo promozionale) fino alle più faticose lunghe come le più gettonate distanze olimpiche (1500 m nuoto – 40000 m ciclismo – 10000 m corsa) e le più provanti e esaltanti Lungo (Triathlon 70.3 – mezzo Ironman) e Super Lungo (Ironman), estenuante gara che prevede nell’affrontare dopo 3800 m di nuoto e 180 km di bicicletta una maratona intera (42.195 m). In queste lunghe distanze portare a termine la competizione diventa una vera e propria impresa e pertanto deve essere curata in ogni minimo dettaglio: dalla preparazione atletica necessaria, alla scelta dei materiali, al giusto piano alimentare fino ad una accurata strategia di integrazione nutrizionale.

Nello specifico, per quanto riguarda la preparazione sportiva, la difficoltà di queste gare è quella di riuscire ad essere competitivi in tutte e tre le discipline. Sebbene infatti nuoto, ciclismo e corsa richiedano capacità condizionali (metaboliche) simili quali resistenza e forza, le capacità coordinative per esprimere al meglio il gesto tecnico delle tre discipline sono invece differenti. Nel nuoto si ricerca l’idrodinamicità ovvero: il corretto scorrimento del corpo nell’acqua. È pertanto importante concentrarsi nel ridurre il più possibile l’angolo di inclinazione del corpo rispetto all’acqua (minor energia sprecata per il galleggiamento) e nel spingere via un quantitativo più alto possibile di quest’ultima (alta spesa energetica).

Nel ciclismo invece a fare la differenza è la potenza di spinta sui pedali (alta forza muscolare), nella corsa infine, a livello tecnico, è importante la spinta in avanti data dai piedi e la linearità del corpo. Padroneggiare i tre gesti tecnici al meglio permette un significativo calo del dispendio energetico con un conseguente incremento dei livelli di prestazione. Allenare e perfezionare un gesto tecnico specifico richiede però sia tempi di apprendimento molto lunghi, sia ampi volumi di allenamento specifico. Da qui si capisce come, nella preparazione per affrontare una gara di triathlon, la problematica maggiore sia periodizzare correttamente l’allenamento e dare adeguatamente spazio alla pratica specifica delle tre discipline.

A queste vanno poi aggiunte delle vere e proprie sedute di muscolazione, correttamente collocate nel periodo di preparazione, finalizzate al miglioramento della resistenza muscolare. È ormai infatti ampiamente dimostrato dalla ricerca scientifica come l’allenamento della forza (nelle sue diverse espressioni) influisca positivamente sugli sport di endurance. Determina infatti un netto miglioramento degli aspetti neuromuscolari (coordinazione, controllo e regolazione dei movimenti) votati all’economia del movimento: minor consumo energetico (maggiore potenza ossidativa dei muscoli) e innalzamento della soglia di comparsa della fatica muscolare (minore produzione di acido lattico).

I tre aspetti allenati insieme (capacità metaboliche, capacità coordinative e capacità neuromuscolari) si influenzano a vicenda: non sviluppare adeguatamente uno dei tre influisce negativamente sulla progressione degli altri due, andando ad inibire l’innalzamento dei livelli delle prestazioni.

Il fattore altamente richiesto per andare forte nelle singole specialità e successivamente nella multidisciplina è infine la potenza aerobica e quindi il valore di VO2Max (massima quantità di ossigeno che può essere utilizzata nell’unità di tempo da un individuo). L’intero programma di allenamento deve essere pertanto orientato al miglioramento della potenza aerobica stessa e, nello specifico, all’innalzamento dei valori di soglia e alla costruzione delle qualità necessarie a sviluppare una maggiore resistenza al lavoro ad alta intensità. Intensità che per una migliore performance deve essere mantenuta ad alti livelli in ognuna delle tre discipline che compongono il Triathlon.

Il triatleta deve quindi dedicarsi totalmente all’allenamento: la preparazione ad una gara richiede un grosso sforzo sia fisico che mentale. L’atleta deve affrontare impegnative sedute di allenamento giornaliere, spesso sette giorni su sette e, nei periodi di lavoro più intensi in termini di volume, anche più sedute nella singola giornata.


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